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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

La manioca: come cucinarla da cima a fondo!

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La manioca , in portoghese mandioca , è una pianta molto particolare, la cui coltivazione avviene anche in Mozambico. Molto spesso le persone hanno un piccolo campo che coltivano con mais, manioca, faglioli e piccole colture per autoconsumo della famiglia. In queste coltivazioni la manioca non manca mai : viene piantata nel periodo precedente a quello delle piogge e cresce in 10 mesi. Dopo questo periodo le donne (che si occupano delle colture della famiglia) cominciano a raccoglierla. Essendo un tubero, viene raccolta tutta la pianta (i tuberi, la pianta e le foglie in cima) e viene utilizzato tutto: il tubero e le foglie si mangiano, mentre la pianta ( fatta di un piccolo tronco ) viene conservata perché sarà il semente per il prossimo anno. La lavorazione Ci sono moltissimi modi per consumare la manioca! Nelle comunità di Nacala, Maria (del progetto TCE di HUMANA) va di quartiere in quartiere per insegnare alla comunità i modi migliori per consumare questo cibo. Ecco alcun

Una storia di forza e speranza

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  Guddi Devi è una madre single di 3 bambini ed è un esempio di speranza e forza per i suoi figli e per tutta la comunità. Il marito, afflitto da dipendenza da alcool, 15 anni fa ha lasciato a casa in stato di ebbrezza per non tornare mai più, abbandonando Guddi e i suoi figli. Il peso delle spese familiari e il lavoro da 1000 rupie al mese di Guddi, hanno cambiato completamente lo stile di vita della famiglia. Con un solo stipendio riuscivano a malapena a sostenere i loro bisogni fondamentali. Tre anni fa il Programma di Micro-finanza di Humana People to People India (HPPI) si è ampliato anche a Ajeetgarh e in altri distretti del Rajasthan, dove risiede la famiglia di Guddi.   Nonostante le difficoltà che affronta ogni giorno, Guddi non ha perso la speranza e ha intrapreso un nuovo percorso, avvalendosi di un piccolo prestito attraverso il programma di HUMANA. Questo ha portato progressi tangibili per la sua situazione e grazie alle sessioni di alfabetizzazione finanziaria di HU

L'arte a Muzuane

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Nel nord del Mozambico, nella città di Nacala, c'è un piccolo quartiere chiamato Muzuane. A Muzuane è situata una delle pochissime Scuole di Arte mozambicane, gestita da Sabino Amisse e da Andreia Oliveira. Sabino è un artista a 360 gradi: pittore di Batik e quadri, cantante, suonatore di Batuk (bonghi) e maestro nell’Istituto Politecnico di ADPP. I suoi quadri su panno rappresentano la comunità di Muzuane, per questo c’è sempre il sole che illumina ogni opera! Con ogni rappresentazione riesce a dipingere la quotidianità di Muzuane, circondata da Baobab, pianta molto particolare e caratteristica dell’Africa. I sentimenti che vengono espressi dai suoi quadri sono spesso differenti e derivano anch’essi dalle persone della comunità: felicità, gioia, rabbia, sonno e a volte anche l'incapacità di esprimere la felicità che hanno nel cuore. Un altro artista presente nella comunità è il ballerino, cantante e chitarrista Tito Fernando, in arte Iawo Iawo . Si vede girare per la

Ricordi da Muzuane - Elsa

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Scoprirete che in un piccolo villaggio del Nord del Mozambico chiamato Muzuane, tra Nsuwa ("Il Sole") ed Epula ("La Pioggia") esiste un tesoro che nessuna somma di denaro sarà mai in grado di comprare, perchè inestimabile: voi stessi. E allora bum, bum, bum all’impazzata. Parti in punta di piedi lasciando il mondo delle certezze alle tue spalle. Ci sei dentro ormai. E sai perché? Perché quando senti il vento del profondo sud scorrere tra le dita, tra i capelli, sotto i vestiti, tutto il resto non conta. Infinitesimali atomi della tua esistenza stanno per ricongiungersi a qualcosa di altro. Polveroni. Moto come taxi. Slalom tra le dune rossastre. Fango e paglia e capanne. A piedi scalzi. A mani nude. Bambini che urlano “Tatà!” e tu li saluti come se fosse la cosa più naturale del mondo. Baobab. Donne e capulane. Legna da ardere e falò che ti scaldano il cuore. Curiosità mista a timore. Hai messo in pigiama la mente là dove la convenzione è utopia e l’utopia non

Ricette dal mondo #2

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Il latte di cocco è ricco di vitamine e proprietà benefiche per il corpo, ottimo per riprendere energia durante la stagione estiva! Oggi vi spiegheremo la ricetta del latte di cocco fatto in casa. In Mozambico e in molti altri paesi africani, il latte di cocco viene utilizzato in grandi quantità, come bevanda nutriente per grandi e piccini o per cucinare molte pietanze, come pollo, riso e verdure, ad esempio gli spinaci. La sua preparazione è molto semplice e qui vi mostriamo la ricetta originale, dove il latte di cocco viene ricavato direttamente  dal cocco fresco, come insegna la tradizione mozambicana: -    10 noci di cocco -    Circa 3 litri di acqua -    1 recipiente grande -    Setaccio -    Uno sgabello con grattugia, oppure uno strumento per grattugiare il cocco Preparazione: Spaccare il cocco a metà e tritare l’interno usando una grattugia. Per avere una presa salda del cocco e rendere questa attività più rapida, si può utilizzare un tipico sgabello per gra

Il tippy-tap

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Lavarsi le mani è un “must”. Grazie a questo piccolo gesto, si possono avere grandissimi effetti positivi. Semplicemente lavandosi le mani prima di ogni pasto e sciacquandosi con acqua e sapone dopo essere andati in bagno, si può evitare il diffondersi di molte malattie. È veramente così semplice.   Lavandosi le mani, si evita che i germi vengano a contatto con la bocca, così ci si ammala molto meno e si previene anche la diffusione di malattie tramite strette di mano, contatto con altre persone o cose. A scuola ci deve essere la possibilità di lavarsi le mani, soprattutto vicino ai bagni e alla mensa: i professori e gli alunni si devono lavare le mani e mangiare in tutta tranquillità! Il tippy tap è uno strumento igienico che permette di lavarsi le mani con sapone e acqua pulita. È molto semplice da costruire, vi serviranno: -    4 pezzi di legno -    Corda -    Tanica di plastica con manico -    Saponetta -    Un chiodo Prima di tutto bisogna piantare i due rami pi

Insegnante, sognatore e...

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Ciao a tutti, io sono Ibrahim e oggi vi presento la scuola dei professori del futuro di HUMANA, a Nacala. Io sono nativo di Nacala e fin da piccolo sognavo di fare l'insegnante! Ho frequentato la scuola Formigas do Futuro di HUMANA a Muzuane e lì non solo ho ricevuto un'istruzione, ma anche il materiale scolastico, l'uniforme e un'alimentazione . Tutto questo per la mia famiglia sarebbe stata una spesa troppo grande, ma, grazie a questa scuola, ho frequentato dalla prima alla decima classe. Dopodichè ho terminato gli studi, con il sogno di diventare un professore e andare a insegnare nella scuola di HUMANA, dov'ero cresciuto. Purtroppo quando stavo per terminare la dodicesima classe sono venuto a sapere che la scuola Formigas do Futuro stava chiudendo. Questo fatto mi ha reso molto triste, ma non ho mai lasciato il mio sogno e ancora adesso spero che un giorno possa riaprire. Il nostro corso è molto impegnativo, mi piace moltissimo e sto imparando così tante cosa

La valle dei meloni

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Immaginate il deserto, non quello tutto di sabbia stile Sahara, qualcosa più simile al deserto dell’Arizona con colline brulle e pochi e spelacchiati cespugli. Questo è il deserto Rajastan , almeno dalle parti di Neemrana, quando il deserto sta per finire ma non sei ancora nelle pianure fertili dell’India centrale. Però sempre di deserto si tratta, e quindi di acqua ce n’è poca e quando arriva il monsone, di acqua ce n’è pure troppa, però il terreno è talmente duro e secco che semplicemente l’acqua scivola via e per le comunità agricole non rimane che tirare avanti scavando pozzi sempre più profondi.   HUMANA opera in questa zona dal 2009, quando ha avviato 10 farmers club, diventati 20 nel 2011 e oggi sono oltre 70. Il primo passo è stato studiare come l’acqua dei monsoni si incanalava naturalmente lungo alcuni tracciati e intervenire con delle piccole strutture in cemento per creare delle aree in cui l’acqua venisse convogliata e lentamente assorbita dal terreno. In questo mo

Prova e riuscirai!

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Anabela é una ragazza pacata, dolce che ama fare lunghe treccine colorate ai suoi capelli. Grazie al progetto di turismo responsabile dei viaggi solidali organizzato da HUMANA è riuscita a condividere la sua cultura e vivere un'esperienza unica con i volontari! Purtroppo è orfana di padre e la sua mamma vive molto lontana, a Pemba. Qui a Nacala vive con sua zia e suo zio (fratello di sua mamma). Riceve dall' Istituto Turistico Alberghiero di HUMANA una borsa di studio ed é grazie a questa che ha potuto continuare i suoi studi. Per poter mantenere questa borsa fino ad ora ha dovuto studiare molto, riuscendo ad avere una media molto alta in tutte le materie, in più deve sempre stare molto attenta alle regole della scuola ed essere molto puntuale in ogni attività. Ancora non sa se potrà mantenerla anche l’anno prossimo quando passerà nel livello medio, questo dipenderà dai professori che valuteranno il suo rendimento e l'impegno, ma è molto fiduciosa! Quando era bambina