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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

Smile! :)

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 “Il momento del pasto, come pausa dal lavoro, è piacevole anche per altri motivi: innanzitutto le persone che si aggregano per mangiare sono tantissime, e così è sempre un momento festoso, ma poi quasi sempre tutti cantano…ballano… beh…in realtà…ogni momento lì è buono per cantare e ballare, ho notato una fisicità incredibilmente accentuata. Forse non sono culturalmente abituati a parlare delle loro emozioni, ma la loro modalità di esprimerle è straordinariamente potente! I Mozambicani trasmettono una intensa carica emotiva con le loro movenze…anche i bimbi piccolissimi hanno una capacità innata di muoversi e danzare come se avessero alle spalle una scuola di formazione. Ancor più poi, colpiscono gli occhi profondi, i loro sguardi sono energia pura, che pervade come una forza misteriosa e benefica. La stessa forza la ritrovo anche nella loro risata, che definirei... contagiosa!! E quanto ridono poi!! Sembrano sempre felici. Ma forse lo sono! Mi sono chiesta quale sia l’ingrediente

La Comunità di Muzuane

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“La gente lì vive in Comunità e per la Comunità. Nessuno è abbandonato a sé stesso. C’è da dire che proprio tale sistema di vivere sia il lato che più mi ha impressionata positivamente. Sopra ogni altra cosa. La differenza di clima è solo una scusa superficiale per parlare delle diversità che ci sono tra qui e lì. Quella principale è legata ad aspetti ben più profondi: tutto è in Comunità, tutto è pensato ai fini di un bene comune, non c’è la necessità di emergere o di possedere beni privati, perché perfino la casa è un luogo essenziale: solo fango e bambù. Un villaggio di case costruite solo di fango e bambù!! C’è chi si sente un pochino più creativo e sa abbellire il proprio territorio con quello che può trovare per terra, lungo i sentieri o nel lungomare, o con ciò che può costruire con le proprie mani.” Dal diario di una Vacanziera Solidale 

Gli studenti di Nacala

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L’Istituto politecnico di HUMANA è una scuola professionale con tre indirizzi: agraria, costruzione civile e turistico-alberghiero. Gli studenti frequentano lezioni di cultura e di indirizzo specifico, unite ad attività pratiche per una formazione professionale completa. Gli studenti vivono tutti in collegio e il fine settimana viene trascorso a casa solo da chi abita vicino o ha la possibilità economica di pagarsi il viaggio. Negli anni l’Istituto Politecnico ha acquisito un certo prestigio, diventando quindi attraente anche per le persone abbienti che vogliono dare una buona formazione ai propri figli. Ma la maggioranza degli studenti frequenta grazie a una  borsa di studio , perché sono ragazzi provenienti da famiglie poverissime che non hanno la possibilità di farli studiare e che, se non adeguatamente informate, non li manderebbero a scuola, pur di avere due braccia in più per il lavoro. Alle famiglie viene spiegata l’importanza di una preparazione professionale per i ragazzi

Relanzapo

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La prima meraviglia naturale che si va a visitare è la spiaggia di Relanzapo. Ci si arriva con il pick up e si passa davanti all’asilo di Quissimajulo, escolinha ristrutturata dal gruppo di vacanzieri dell’anno 2015 (ottimo lavoro ragazzi! :)). Una volta arrivati a Relanzapo, si parcheggia il pick up, cercando di non affossarsi nelle strade sabbiose attorno alla spiaggia, e si va verso l’acqua! Gli studenti ballano, si ride, si canta e c’è una bellissima atmosfera di festa. A volte si incontrano anche delle altre persone che stanno passeggiando sulla spiaggia ed è una bellissima scoperta ogni volta! Accendiamo il falò e balliamo finchè non fa quasi buio..a quel punto è ora di tornare a “casa”. Sì, perché anche solo in due settimane, Muzuane diventa già casa, luogo dove essere se stessi e respirare aria di ospitalità e gentilezza. Questo è il Mozambico :)