Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

La valle dei meloni


Immaginate il deserto, non quello tutto di sabbia stile Sahara, qualcosa più simile al deserto dell’Arizona con colline brulle e pochi e spelacchiati cespugli.
Questo è il deserto Rajastan, almeno dalle parti di Neemrana, quando il deserto sta per finire ma non sei ancora nelle pianure fertili dell’India centrale. Però sempre di deserto si tratta, e quindi di acqua ce n’è poca e quando arriva il monsone, di acqua ce n’è pure troppa, però il terreno è talmente duro e secco che semplicemente l’acqua scivola via e per le comunità agricole non rimane che tirare avanti scavando pozzi sempre più profondi.

http://www.humana-india.org/environment/environment
 
HUMANA opera in questa zona dal 2009, quando ha avviato 10 farmers club, diventati 20 nel 2011 e oggi sono oltre 70.
Il primo passo è stato studiare come l’acqua dei monsoni si incanalava naturalmente lungo alcuni tracciati e intervenire con delle piccole strutture in cemento per creare delle aree in cui l’acqua venisse convogliata e lentamente assorbita dal terreno. In questo modo si sono create delle zone in cui l’acqua viene immagazzinata dal terreno e rilasciata nei mesi successivi, trasformando completamente l’ambiente circostante.




La valle dei meloni è esattamente questo. Un’area in cui l’acqua “scappava via”, in cui il terreno era duro e arido e nessuno ne traeva alcun beneficio. Oggi la situazione è completamente cambiata, è bastato un “muretto”, una piccola diga, e ora il terreno è ricco d’acqua. Talmente ricco che una famiglia ha avviato una produzione di profumatissimi meloni, e i meloni crescono tutto l’anno, anche durante il culmine della stagione secca, quando ad esempio sono state scattate le foto di questo post. Ogni giorno questa famiglia riesce a raccogliere centinaia di piccoli meloni che vengono portati al mercato locale e il ricavato della vendita sostiene tutte la famiglia. Ciò permette anche che i bambini seguano la scuola anziché aiutare il padre nei campi tutto il giorno.



Alle volte basta poco per cambiare la storia, e trasformare un’arida valle nelle valle dei meloni.



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