Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

Come la pandemia ha aggravato il gender gap

Il gender gap sta aumentando, a discapito ulteriore per le donne. In India, sono sempre di più le ragazze che hanno difficoltà ad accedere a un'istruzione di qualità e quindi ad avere una possibilità per riscattare il proprio futuro: il lavoro nelle comunità locali e con le famiglie svolge un ruolo cruciale per invertire la rotta.

di Alessandra Di Stefano

La pandemia di COVID-19 ha avuto un effetto moltiplicatore sulla disparità di genere e ha mostrato quanto le disuguaglianze tra uomini e donne siano profondamente radicate nei sistemi politici, sociali ed economici. Secondo i dati dell’Agenzia delle Nazioni Unite UN Woman nell’ultimo anno la condizione delle donne a livello mondiale è drammaticamente peggiorata: 47 milioni di donne sono cadute in povertà, 10 milioni di ragazze sono a rischio di matrimoni precoci, 243 milioni di donne hanno subito violenza domestica mentre milioni di bambine sono a rischio di abbandono scolastico[1].

Con oltre 31 milioni di casi, l’India è il secondo Paese al mondo per numero di persone colpite dal virus SARS-COV2. La situazione sanitaria, economica e sociale negli ultimi mesi si è aggravata, aumentando il divario sociale e l’ineguaglianza economica. Le donne e le ragazze sono le più colpite dalla pandemia. Secondo il Global Gender Gap Index 2021 l’India si colloca al 140° posto su 156° Paesi perdendo oltre 28 posizioni rispetto all’anno precedente. Tra le tante disuguaglianze evidenziate dal Covid-19, l’accesso all’istruzione è una delle più evidenti. Nel marzo 2020, il Governo indiano ha decretato la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado promuovendo programmi di apprendimento a distanza attraverso piattaforme online oppure radio e televisione per le aree rurali nelle quali l’accesso ad Internet è limitato. Nonostante gli sforzi profusi, il lockdown ha incrementato le disuguaglianze di genere nell’accesso all’istruzione. Uno studio condotto prima della pandemia ha evidenziato che oltre il 40% delle ragazze indiane tra i 15 e 18 non ha accesso all’istruzione, mentre circa il 30% delle ragazze provenienti dalle famiglie più povere non è mai stato a scuola. Inoltre, sebbene il numero di ragazze iscritte a scuola sia maggiore rispetto ai ragazzi, la formazione delle ragazze è in media di 4,7 anni contro gli 8,2 dei ragazzi. Da molti anni Humana India lavora per colmare le differenze di genere mettendo al centro dei propri interventi l’empowerment delle ragazze, partendo dall’accesso all’istruzione e alla formazione. Accanto ai progetti di Girls' Bridge Education, che forniscono supporto accademico e sociale alle giovani donne tra i 9 ei 14 anni, l’organizzazione ha rafforzato gli interventi a favore delle ragazze per andare in contro alle nuove esigenze emerse con la pandemia. Oltre 10 milioni di ragazze sono a rischio di abbandono scolastico a causa dei matrimoni forzati, del lavoro minorile e di casi di violenza sessuale. Il sistema educativo indiano non è attrezzato per rispondere alla crisi, per questo gli interventi promossi da Humana India mirano a creare sinergie con famiglie, comunità e scuole per evitare la dispersione scolastica delle ragazze. Con la chiusura degli istituti, i progetti dedicati all’istruzione sono stati rimodulati in base ai nuovi bisogni[2] : i programmi formativi, ad esempio, sono stati potenziati e ridefiniti in base alla didattica a distanza, mentre per far fronte al mancato accesso ad internet di molte famiglie si è intervenuto direttamente nei villaggi con gruppi di sostegno allo studio. Nell’ultimo anno, i progetti dedicati all’emancipazione femminile sono aumentati. Tra gli interventi più significativi, c’è il progetto Tejaswini (che significa luminoso e radiante), un intervento di inclusione socio-economica e formazione professionale che Humana India realizza come partner del governo di Jharkhand. Il progetto si rivolge alle ragazze tra i 14 e i 24 anni di età di sei distretti del Jharkhand. con l’obiettivo di rafforzare le competenze delle giovani donne per favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro locale. Questo obiettivo è perseguito organizzando le partecipanti in piccoli gruppi chiamati Club Tejaswini, dove le loro conoscenze sono rafforzate con percorsi su salute, nutrizione, alfabetizzazione digitale e finanziaria per garantire la loro autonomia e autosufficienza. Nei primi nove mesi di progetto, sono state identificate 363.432 ragazze adolescenti mentre oltre 2.000 giovani donne sono state formate in qualità di trainers. Questi progetti sono particolarmente significativi in un momento in cui l’esclusione dal sistema scolastico e il mancato accesso a percorsi di formazione rischia di compromettere il futuro di centinaia di giovani indiane che rischiano di cadere nel vortice della povertà e dello sfruttamento.

 



[2] Il programma Kadam Step Up è stato creato per colmare le lacune nell’apprendimento dei bambini e delle bambine che sono rimasti fuori dal sistema scolastico. Grazie al programma, solo tra il 2019 e il 2020 oltre 18.000 bambini sono stati iscritti nelle scuole governative negli stati di Chhattisgarh, Haryana, Uttar Pradesh, Jammu Kashmir, Maharashtra and Rajasthan.

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