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Visualizzazione dei post da luglio, 2016

Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

Segreti di bellezza

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Il Mussiro è una crema tradizionale, utilizzata soprattutto nel nord del Mozambico, estratta dai rami e dalle radici della pianta del Mussiro. Come hanno vissuto le nostre vacanziere durante l'esperienza di turismo responsabile in Mozambico, presso la casa di Muanjuma, una studentessa borsista , le donne "macua", ovvero residenti nella zona di Nampula , prendono una pietra e spingendo il ramo della pianta contro questa pietra, riescono a estrarre la crema per dipingere il proprio viso. Maria, del progetto TCE (Total Control of Epidemics) ci spiega anche che per tradizione alle ragazze che si stanno per sposare, viene ricoperto tutto il corpo con la crema Mussiro, da parte delle donne più anziane della loro famiglia. Conosciuta per essere un’ottima crema antirughe, è utilizzata soprattutto dalle donne “ macua ”,  dall’adolescenza fino a tarda età, per mantenere anche in viso quella freschezza della gioventù. Le donne “ macua ”sono rinomate per essere molto belle e ave

Un mattone per l'asilo di Muzuane

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Muzuane è un quartiere di Nacala, situato a circa 20 minuti dal centro delle città. Percorrendo la dissestata strada di sabbia, si incontra l'asilo di Muzuane Alta e  il vero e proprio cuore del quartiere: case, donne impegnate nelle attività casalinghe, uomini che lavorano e bambini che passeggiano, giocano e sorridono con estrema semplicità. Andando sempre più avanti si raggiunge il secondo asilo di ADPP, situato nella Muzuane Bassa, così come la Scuola Magistrale e l' Istituto Turistico Alberghiero di HUMANA. Di fronte all'Istituto si trova la casa de hospedes, che ogni anno accoglie i volontari di HUMANA con il progetto delle Vacanze Solidali. Percorrendo la strada in discesa, si arriva in pochi minuti alla meravigliosa spiaggia di Muzuane, colma di pescatori la mattina, ma che riesce sempre a regalare una calma e una pace inimitabili. In questo quartiere è presente un piccolo mercato, dove si può trovare quasi tutto, dalle verdure, alla frutta, al pesce che v

Leggende: Il baobab

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"Il sapere è un tronco di Baobab...una sola persona non può abbracciarlo" Viaggiando per le strade dirette a Quissimajulo , a Nacala , si possono notare tantissimi meravigliosi Baobab , pianta simbolo dell’Africa, in particolare del Mozambico e del Madagascar. Una delle curiose leggende narra che il Baobab era l’albero più maestoso di tutta la terra, ma molto superbo . Si vantava della sua bellezza, deridendo tutti gli altri alberi. Così un giorno il dio della foresta decise di sradicarlo dal terreno e girarlo a testa in giù, così da far vedere fuori dal terreno solo le sue radici. Il Baobab non è solo una maestosa pianta, ma ha anche moltissime proprietà curative in tutte le sue parti: la corteccia, le foglie, le radici, i semi e i frutti. La polpa del frutto del baobab viene utilizzata come integratore naturale, ricca di calcio, potassio, vitamina B1 e B2 e ferro. Dai semi si può creare un olio per la cura della pelle o vengono anche venduti come caramelle nei merca

Tino = Allegria!

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Ci sono persone che lasciano un segno indelebile nelle vite degli altri. Ecco, questo è il caso di Justino, detto “ Tino ” che non può che rimanerti scolpito nel cuore per la sua infinita vitalità, i suoi sorrisi e i suoi occhi grandi. Tino è stato portato al Centro la Città dei bambini di HUMANA nel gennaio 2014, dopo essere stato individuato dai servizi sociali di Maputo. Tino viveva con suo padre e la sua sorellina, Geninha, in un sobborgo di Maputo, dove giocava con altri bambini e non andava a scuola. Dopo la partenza di suo papà per il Sud Africa, Tino e la sua sorellina si sono trasferiti dallo zio, il fratello della mamma (morta in seguito alla nascita della piccola Geninha). Ben presto, però, quella che doveva essere la sua “ seconda famiglia ” si è rivelata per Tino una sorta di prigione: lo zio era spesso violento e lo teneva chiuso in casa. Una notte, spaventato e ferito, Tino scappò senza riuscire a portare con sé la sorellina.  Gli operatori dei servizi sociali lo

Muanjuma e il suo sorriso coinvolgente

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Ciao, sono Muanjuma . Ho 22 anni e sono studentessa del corso alberghiero livello medio presso l’ Istituto Politecnico di Muzuane . Sin dal primo anno ho avuto l’eccezionale possiblità di ricevere una borsa di studio grazie al progetto delle Vacanze Solidali di HUMANA. Impegnandomi molto negli studi, sono riuscita ad arrivare fino al livello medio e sono sicura riuscirò a portare una media alta fino alla fine dei miei studi. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto nella scelta degli studi e continua a farlo, vista la mia grande felicità e impegno! Abito con le mie sorelle, in quanto dal 2013 siamo orfane di madre e padre, dopo una lunga malattia che ha colpito entrambi a pochi mesi di distanza. Le mie sorelle purtroppo non hanno ancora trovato un lavoro. Il marito di Nema, la maggiore (30 anni), fa il contadino ed è l’unica persona della mia famiglia che lavora; riesce a portare a casa cibo e soldi necessari per sostenere la famiglia intera, non senza difficoltà. Mia sorella Zaina,

Mancala: un gioco educativo!

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Il Mancala è uno dei giochi più antichi al mondo: alcune tavole da gioco risalgono al 1400 a.C. e provengono dall'Egitto. La diffusione del gioco è molto rapida e diventa famoso anche nel Medio Oriente, in Asia e in Africa, mentre in Europa arriverà solo nel 19° secolo. Questo gioco è conosciuto con centinaia di nomi diversi ed esistono circa 300 versioni con regole differenti in tutto il mondo! " Mancala " è una parola araba che significa " muovere " ed è proprio questo lo scopo principale del gioco, muovere i semi da un punto all'altro. In Mozambico si trovano moltissime tavole da gioco, a volte anche scavate per terra e si può giocare anche mentre si aspetta il trasporto o mentre si trascorre una giornata nei villaggi. La versione del Mancala utilizzata in Mozambico si chiama Tchouba e si possono trovare le la tavole da gioco più larghe al mondo (fino a 4x40). Moltissimi bambini amano giocana a Tchouba e in diversi casi è un buono strumento educativo,

L'esperienza è il migliore insegnante

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Mentre si entra nella Scuola Secondaria di Sonipat , a Haryana, ci si accorge subito di un brusio animato che viene dal giardino sul retro dell'Istituto...Tantissimi bambini seduti attorno al sorridente professore che risponde a turno a tutte le domande e le curiosità sulla natura. All'ombra di un albero, assieme agli alunni, Pankaj Kaushik , professore ventunenne, spiega i benefici e il forte bisogno di piantare più alberi. Alcuni sono visibili e toccabili con mano: la frutta che cresce, gli uccellini che chiamano casa l'albero...gli alunni imparano tramite un'esperienza diretta! " La mia conoscenza deriva in gran parte da un'esperienza diretta su ciò che stavo studiando. Oggi sono convinto che non esista migliore insegnante del toccare con mano ciò che è scritto sui libri ". Dopo due anni di formazione presso il Programma di Formazione per gli Insegnanti di HUMANA People to People India , il sorriso di Pankaj ha cominciato ad illuminare moltissime

C'era una volta... #1

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ph Lucia Langella C’erano una volta un asino, una capretta e un cane : erano molto amici e un giorno decisero di fare un viaggio verso Maputo. Concordato il giorno di partenza, andarono a Quelimane per prendere il taxi. L’ asino , per stare più tranquillo durante tutto il viaggio , pagò in anticipo la sua quota all’autista del taxi. Una volta arriva a Beira, la capretta scese dal taxi e scappò correndo senza pagare . L’asino e il cane rimasero senza parole, ma continuarono il loro viaggio verso Maputo. Una volta arrivati lì, scesero e il cane pagò e aspettò di ricevere il resto : Cane: “Signor autista, mi può dare il mio resto?” Autista: “eh no! La tua amica capretta non ha pagato, quindi tu non riceverai il tuo resto!” …Morale della favola… È per questo che gli asini non inseguono mai le macchine per strada... hanno già pagato! Le caprette quando vedono una macchina scappano via, perché devono ancora pagare ed è per questo che i cani rincorrono sempre le macchina …aspe