Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

Immagine
  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

Tubercolosi, la malattia della vulnerabilità e della povertà


Il 24 marzo è stata proclamata la giornata mondiale della Tubercolosi una malattia che ancora oggi uccide 1,4 milioni di persone. Humana People To People porta avanti azioni concrete per prevenire e curare una delle malattie più letali al mondo.

di Alessandra Di Stefano

 Quando il 24 marzo 1882 il microbiologo tedesco Robert Koch scoprì l’agente batterico responsabile della tubercolosi (TBC), la consunzione, così veniva chiamata all’epoca, era la malattia più temuta d’Europa. Per 200 anni la tubercolosi è stata la prima causa di morte in Europa e in Nord America ed ha rappresentato un barometro importante della società e dei suoi cambiamenti. A partire dalla seconda metà dell’800, l’eccezionale crescita della popolazione mondiale legata alla rivoluzione industriale, la nascita dei primi agglomerati urbani e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, condussero ad un’esplosione della malattia. Alle soglie del XX secolo, la tubercolosi rappresentava il principale problema di salute pubblica in Europa. Per contrastare il propagarsi dell’epidemia, in tutto il continente sorsero sanatori e luoghi destinati ad accogliere i malati, ma la maggior parte di essi senza una cura. Fu solo a partire dal 1944, con il miglioramento delle condizioni di vita e la scoperta della streptomicina e dell’isoniazide, il primo farmaco micobattericida orale, che si misero a punto i primi trattamenti efficaci che portarono al progressivo debellamento della malattia in Europa e nei Paesi occidentali.

Nota come epidemia a lenta combustione, la tubercolosi è una malattia di carattere batterico provocata dal Mycobacterium tuberculosis, un batterio che si propaga nell’aria attraverso starnuti e colpi di tosse. Come molte malattie infettive, la tubercolosi è diffusa in tutto il mondo ma colpisce prevalentemente i Paesi in via di sviluppo. Oggi la tubercolosi è considerata la malattia della povertà e della vulnerabilità, dal momento che si diffonde più facilmente dove le persone vivono ammassate in luoghi scarsamente ventilati e in precarie condizioni igieniche. La tubercolosi è la decima causa di morte al mondo e la malattia infettiva più diffusa e mortale. Stando all’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), solo nel 2019 la TBC ha colpito 10.2 milioni di persone e causato la morte di oltre 1.4 milioni di individui[1]. Secondo i dati dell’OMS i 30 Paesi con il più alto tasso di tubercolosi detengono l’87% dei casi mondiali, due terzi dei quali si registrano nel Sud-Est Asiatico e in Africa. La malattia colpisce in prevalenza gli uomini (56%) e ha un’altissima incidenza tra i malati di HIV, i quali rappresentano oltre l’8,2 % delle persone colpite.

 

L’impegno dei membri della Federazione Internazionale Humana People to People nella lotta alla TBC nasce dalla consapevolezza che la tubercolosi rappresenta un blocco per lo sviluppo economico e sociale di milioni di persone. Le Nazioni Unite hanno inserito la lotta alla tubercolosi tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del Millennio (OSS). Il terzo OSS punta infatti ad assicurare la salute e il benessere a tutta la popolazione mondiale ponendo fine, entro il 2030, all’epidemia di tubercolosi.

Molti dei Paesi nei quali operano i membri della Federazione Internazionale sono tra i più colpiti dalla tubercolosi. Infatti, tra gli high burden country, ovvero i Paesi più affetti dalla TBC individuati dall’OMS, 13 sono Paesi nei quali operano membri della Federazione: 10 in Africa (Angola, Botswana, Guinea-Bissau, Malawi, Mozambico, Namibia, RDC, Sud Africa, Zambia e Zimbabwe) 2 in Asia (Cina e India) ed 1 in America Latina (Brasile).

L’impegno di Humana People to People nella lotta alla TBC, si basa sulle indicazioni contenute nella strategia dell’OMS End TB Strategy” che punta entro il 2035 a ridurre dell’80% l’incidenza della TBC, del 90% la mortalità e di portare a zero il numero di famiglie che non sono in grado di sostenere i costi delle cure[2]. Il contributo di Humana People to People si concentra su vari aspetti della lotta alla tubercolosi, inclusa l'integrazione tra le azioni di contrasto alla TBC e HIV. Inoltre, i progetti implementati dai membri della Federazione si basano sull’ENGAGE TB, ovvero le linee guida operative fornite dall’OMS per integrare le azioni di contrasto alla TBC a livello comunitario. Negli anni i progetti implementati dai membri della Federazione Internazionale sono stati finanziati dai principali donatori internazionali come il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, alla Tubercolosi e alla Malaria, l’Agenzia di Cooperazione America (USAID) e STOP TB Partnership. L’approccio che Humana People to People adotta nella lotta alla tubercolosi si fonda su un modello di intervento consolidato, definito come TC TB, ovvero Total Control of Tuberculosis.

Nei Paesi dove opera Humana People to People il dilagare della TBC è strettamente collegato alla diffusione di altre malattie come l’HIV e la malnutrizione e generalmente i sistemi sanitari fragili e poco strutturati: per questo la prevenzione è l’arma principale per limitare il diffondersi della TBC e permettere alle persone che hanno contratto l’infezione di accedere alle cure. La tubercolosi è una malattia infettiva curabile, l’85% delle persone che contraggono la malattia guarisce se sottoposta a terapie antibiotiche della durata media di 6 mesi. Tuttavia, un ritardo nella diagnosi e un trattamento improprio possono contribuire alla sua gravità e mortalità, oltre ad aumentarne la diffusione nella popolazione. Nel 2019, 7.1 milioni di persone hanno avuto accesso al trattamento e dal 2000 l’accesso alle cure ha evitato 60 milioni di morti.

Il programma TC TB è un programma intensivo che punta a colmare il divario tra le comunità locali più vulnerabili e i sistemi sanitari pubblici, grazie ad un approccio comunitario su vasta scala volto a ridurre l’incidenza e la mortalità della TBC. Le persone colpite dalla tubercolosi sono spesso stigmatizzate e isolate all’interno della propria comunità e questo limita la possibilità di accedere a cure tempestive e adeguate.

Il programma contempla campagne di sensibilizzazione di massa attraverso azioni porta a porta che forniscono informazioni sui sintomi e sui fattori di rischio, oltre a promuovere la diagnosi precoce e l’avvio al trattamento. Il programma viene realizzato attraverso operatori che lavorano a stretto contatto con i volontari della comunità, i quali hanno un ruolo centrale nell’informare la popolazione, sottoporla ai test e implementare le attività di follow-up per i pazienti malati. Il lavoro con la comunità prevede l'istituzione di un TRIO; ciò significa che per ogni malato di tubercolosi sono previste due persone di supporto, famigliari o volontari della comunità, con il compito di monitorare lo stato di salute del paziente e assicurarsi che segua il trattamento farmacologico prescritto. 

Quest’ultimo passaggio è fondamentale per garantire l’efficacia del trattamento, in quanto, se la cura non viene seguita in modo costante, i pazienti possono sviluppare forme di TBC multiresistenti difficili da curare. L’idea alla base dell’approccio TC TB si fonda sulla centralità delle persone e sul ruolo imprescindibile che queste ricoprono nel contrastare la malattia. La chiave di tutti i progetti è stata fornire alle comunità gli strumenti per “padroneggiare” la tubercolosi: comprenderne meglio i sintomi, vivere positivamente grazie ad una struttura di supporto e abbattere lo stigma ad essa associato. La lotta alla TBC non passa solo attraverso l’accesso alle cure ma affronta problemi più ampi. Ogni anno milioni di persone colpite da TBC non ricevono trattamenti adeguati a causa di barriere e violazioni dei diritti umani. La maggior parte delle strategie di contrasto alla TBC si fondano su indicatori sanitari (tasso di incidenza, numero di test effettuati, numero di persone sottoposte al trattamento) ma non offrono un quadro dei problemi che le persone colpite da TBC affrontano nelle proprie comunità. Per questo i membri della Federazione, tra cui ADPP Mozambico, stanno sviluppando progetti incentrati sul community-led monitoring, un approccio grazie al quale le persone affette da TBC segnalano gli ostacoli che affrontano nell’accesso ai trattamenti, affinché il sistema sanitario possa dare delle risposte concrete ai bisogni della popolazione e raggiungere i soggetti più vulnerabili. In quest’ottica, ADPP Mozambico ha lanciato un progetto pilota per raccogliere, attraverso un’applicazione mobile, le segnalazioni di oltre 100 persone malate per una risposta alla tubercolosi che sia equa, rispettosa dei diritti umani e incentrata sulle persone.

Nella lotta alla TBC sono stati compiuti importanti passi avanti ma la crisi pandemica rischia di rallentare i progressi raggiunti. Secondo uno studio condotto da Stop TB Partnership si stima che tra il 2020 e il 2025 come conseguenza della pandemia vi saranno 1.4 milioni di morti in più e oltre 6 milioni di contagi. A causa del lockdown e delle restrizioni dettate dalla pandemia, la diagnosi e l’accesso alle cure hanno subito dei rallentamenti; per non vanificare i traguardi raggiunti, l’impegno dei membri della Federazione Humana People to People nella lotta alla TBC continuerà ad essere centrale.

Commenti

Post popolari in questo blog

Una roadmap per ridisegnare il futuro del settore tessile in Europa

Incontri informativi Mozambico 2017

L'eco-design nel tessile