Tubercolosi, la malattia della vulnerabilità e della povertà
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Nota come epidemia a lenta combustione, la tubercolosi è una malattia di carattere batterico provocata dal Mycobacterium tuberculosis, un batterio che si propaga nell’aria attraverso starnuti e colpi di tosse. Come molte malattie infettive, la tubercolosi è diffusa in tutto il mondo ma colpisce prevalentemente i Paesi in via di sviluppo. Oggi la tubercolosi è considerata la malattia della povertà e della vulnerabilità, dal momento che si diffonde più facilmente dove le persone vivono ammassate in luoghi scarsamente ventilati e in precarie condizioni igieniche. La tubercolosi è la decima causa di morte al mondo e la malattia infettiva più diffusa e mortale. Stando all’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), solo nel 2019 la TBC ha colpito 10.2 milioni di persone e causato la morte di oltre 1.4 milioni di individui[1]. Secondo i dati dell’OMS i 30 Paesi con il più alto tasso di tubercolosi detengono l’87% dei casi mondiali, due terzi dei quali si registrano nel Sud-Est Asiatico e in Africa. La malattia colpisce in prevalenza gli uomini (56%) e ha un’altissima incidenza tra i malati di HIV, i quali rappresentano oltre l’8,2 % delle persone colpite.
L’impegno dei membri della Federazione Internazionale Humana People to People nella lotta alla TBC nasce dalla consapevolezza che la tubercolosi rappresenta un blocco per lo sviluppo economico e sociale di milioni di persone. Le Nazioni Unite hanno inserito la lotta alla tubercolosi tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del Millennio (OSS). Il terzo OSS punta infatti ad assicurare la salute e il benessere a tutta la popolazione mondiale ponendo fine, entro il 2030, all’epidemia di tubercolosi.
Molti dei Paesi nei quali operano i membri
della Federazione Internazionale sono tra i più colpiti dalla tubercolosi. Infatti, tra gli high
burden country, ovvero i Paesi più affetti dalla TBC individuati dall’OMS, 13 sono Paesi nei quali operano membri
della Federazione: 10 in Africa (Angola, Botswana, Guinea-Bissau, Malawi,
Mozambico, Namibia, RDC, Sud Africa, Zambia e Zimbabwe) 2 in Asia (Cina e India) ed 1 in America Latina
(Brasile).
L’impegno di Humana People to People nella lotta alla TBC, si basa sulle indicazioni contenute nella strategia dell’OMS “End TB Strategy” che punta entro il 2035 a ridurre dell’80% l’incidenza della TBC, del 90% la mortalità e di portare a zero il numero di famiglie che non sono in grado di sostenere i costi delle cure[2]. Il contributo di Humana People to People si concentra su vari aspetti della lotta alla tubercolosi, inclusa l'integrazione tra le azioni di contrasto alla TBC e HIV. Inoltre, i progetti implementati dai membri della Federazione si basano sull’ENGAGE TB, ovvero le linee guida operative fornite dall’OMS per integrare le azioni di contrasto alla TBC a livello comunitario. Negli anni i progetti implementati dai membri della Federazione Internazionale sono stati finanziati dai principali donatori internazionali come il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, alla Tubercolosi e alla Malaria, l’Agenzia di Cooperazione America (USAID) e STOP TB Partnership. L’approccio che Humana People to People adotta nella lotta alla tubercolosi si fonda su un modello di intervento consolidato, definito come TC TB, ovvero Total Control of Tuberculosis.
Nei Paesi
dove opera Humana People to People il dilagare della TBC è strettamente
collegato alla diffusione di altre malattie come l’HIV e la malnutrizione e generalmente
i sistemi sanitari fragili e poco strutturati: per questo la prevenzione è l’arma principale per
limitare il diffondersi della TBC e permettere alle persone che hanno contratto
l’infezione di accedere alle cure. La tubercolosi è una malattia infettiva
curabile, l’85% delle persone che contraggono la malattia guarisce se
sottoposta a terapie antibiotiche della durata media di 6 mesi. Tuttavia, un
ritardo nella diagnosi e un trattamento improprio possono contribuire alla sua
gravità e mortalità, oltre ad aumentarne la diffusione nella popolazione. Nel
2019, 7.1 milioni di persone hanno avuto accesso al trattamento e dal 2000
l’accesso alle cure ha evitato 60 milioni di morti.
Il programma TC TB è un programma intensivo che punta a
colmare il divario tra le comunità locali più vulnerabili e i sistemi sanitari
pubblici, grazie ad un approccio comunitario su vasta
scala volto a ridurre l’incidenza e la mortalità della TBC. Le persone
colpite dalla tubercolosi sono spesso stigmatizzate e isolate all’interno della
propria comunità e questo limita la possibilità di accedere a cure tempestive e
adeguate.
Il programma contempla campagne di sensibilizzazione di massa attraverso azioni porta a porta che forniscono informazioni sui sintomi e sui fattori di rischio, oltre a promuovere la diagnosi precoce e l’avvio al trattamento. Il programma viene realizzato attraverso operatori che lavorano a stretto contatto con i volontari della comunità, i quali hanno un ruolo centrale nell’informare la popolazione, sottoporla ai test e implementare le attività di follow-up per i pazienti malati. Il lavoro con la comunità prevede l'istituzione di un TRIO; ciò significa che per ogni malato di tubercolosi sono previste due persone di supporto, famigliari o volontari della comunità, con il compito di monitorare lo stato di salute del paziente e assicurarsi che segua il trattamento farmacologico prescritto.
Quest’ultimo passaggio è fondamentale per garantire l’efficacia del
trattamento, in quanto, se la cura non viene seguita in modo costante, i
pazienti possono sviluppare forme di TBC multiresistenti difficili da curare. L’idea
alla base dell’approccio TC TB si fonda sulla centralità delle persone e sul
ruolo imprescindibile che queste ricoprono nel contrastare la malattia. La chiave di tutti i progetti è stata
fornire alle comunità gli strumenti per “padroneggiare” la tubercolosi:
comprenderne meglio i sintomi, vivere positivamente grazie ad una struttura di
supporto e abbattere lo stigma ad essa associato. La lotta alla TBC non passa solo attraverso l’accesso alle cure ma
affronta problemi più ampi. Ogni anno milioni di persone colpite da TBC non ricevono
trattamenti adeguati a causa di barriere e violazioni dei diritti umani. La
maggior parte delle strategie di contrasto alla TBC si fondano su indicatori sanitari
(tasso di incidenza, numero di test effettuati, numero di persone sottoposte al
trattamento) ma non offrono un quadro dei problemi che le persone colpite da
TBC affrontano nelle proprie comunità. Per questo
i membri della Federazione, tra cui ADPP Mozambico, stanno sviluppando progetti
incentrati sul community-led monitoring,
un approccio grazie al quale le persone affette da TBC segnalano gli ostacoli che
affrontano nell’accesso ai trattamenti, affinché il sistema sanitario possa dare
delle risposte concrete ai bisogni della popolazione e raggiungere i soggetti più
vulnerabili. In quest’ottica, ADPP Mozambico ha lanciato un progetto pilota
per raccogliere, attraverso un’applicazione mobile, le segnalazioni di oltre
100 persone malate per una risposta alla tubercolosi che sia equa, rispettosa
dei diritti umani e incentrata sulle persone.
Nella lotta
alla TBC sono stati compiuti importanti passi avanti ma la crisi pandemica rischia
di rallentare i progressi raggiunti. Secondo uno studio condotto da Stop TB Partnership si stima che
tra il 2020 e il 2025 come conseguenza della pandemia vi saranno 1.4 milioni di
morti in più e oltre 6 milioni di contagi. A causa del lockdown e delle
restrizioni dettate dalla pandemia, la diagnosi e l’accesso alle cure hanno
subito dei rallentamenti; per non vanificare i traguardi raggiunti, l’impegno
dei membri della Federazione Humana People to People nella lotta alla TBC
continuerà ad essere centrale.
[1] Global Tubercolosis Report 2020,
WHO https://www.who.int/publications/i/item/9789240013131
[2] The End TB Strategy, WHO https://www.who.int/tb/strategy/End_TB_Strategy.pdf?ua=1
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