Una pandemia globale, richiede una risposta globale: chiediamo un vaccino che sia per tutti
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Vaccinare il più velocemente possibile e riprendere le attività economiche è diventata ormai la principale sfide dei governi. In un contesto di pandemia siamo chiamati per definizione a dare una risposta globale. Per poterla dare i nostri governi sono chiamati alla collaborazione, all’attuazione di politiche di solidarietà che possano creare un equilibrio tra il profitto delle aziende e il rispetto della vita umana. Questo ci aspettiamo dallo scenario internazionale che invece, negli ultimi mesi ci ha fatto rabbrividire. L’unione europea che firma in grande riservatezza i contratti con le case farmaceutiche, le grandi multinazionali che fanno sempre più pressioni per poter comprare in modo autonomo i vaccini. Sembra che la situazione sia fuori controllo. Non si può permettere che l’accesso ai vaccini sarà determinato dalla capacità economica che si potrà mettere in campo.
Al momento il vaccino
anti Covid-19 rappresenta la soluzione migliore per porre fine alla pandemia ma
il successo della campagna vaccinale mondiale dipende da diversi fattori, molto
delicati e fortemente interdipendenti tra loro. Protagonisti di questo
dibattito sono stati i brevetti per invenzione industriale e le altre forme di
proprietà intellettuale e segreti commerciali che stanno alla base della
fruizione di informazioni tecnologiche per la creazione dei vaccini. I brevetti
sono però normati dalla organizzazione mondiale del commercio che, giustamente,
tutela interessi economici. Secondo una legge del 1994, la tutela della proprietà
intellettuale, l’azienda che immette un prodotto sul mercato ne ha il monopolio
per 20 anni. L’azienda ha dunque il potere di stabilire il prezzo di mercato
del prodotto e il pieno potere decisionale rispetto alla produzione del
prodotto.
Il dibattito che si è scatenato
in merito al tema dei vaccini ha
visto delinearsi due posizioni diverse: una che difende l’importanza dei
brevetti e della proprietà intellettuale come strumento imprescindibile per
l’incentivo allo sviluppo e all’innovazione; mentre l’altra è rappresentata da un
movimento che chiede a gran voce che vengano prese delle iniziative sul piano
normativo per far diventare i vaccini un bene pubblico.
Queste posizioni fanno emergere
nel dibattito anche le contraddizioni geopolitiche che caratterizzano il nostro
mondo: come la disparità di ricchezza e potere tra uno stato e l’altro o l’uso
strumentale del vaccino come mezzo dei Paesi ricchi per guadagnarsi sfere
d’influenza sempre maggiori nei confronti di paesi più deboli.
“Di sicuro, si tratta di una discussione che non può essere ridotta ai soli termini economici. Il controllo monopolistico che deriva dal brevetto (e da altre forme di controllo esclusivo dell’informazione) non si traduce solo nel potere di fissare il prezzo al riparo dalla pressione concorrenziale, ma sposta l’asse del potere di decidere tempi e modi della produzione dei vaccini da centri decisionali pubblici a imprese private che operano per il profitto[1]”
Humana People to People
si è unita a The
People’s Vaccine Alliance, un movimento in crescita che chiede
che il vaccino anti COVID-19 sia trattato come un bene pubblico e non per
profitto. La People’s Vaccine Alliance è una coalizione di organizzazioni tra cui, Free the Vaccine,
Frontline AIDS,
Global Justice Now,
Oxfam,
Public Citizen, SumOfUs, Tearfund, UNAIDS e Yunus Centre. La solidarietà condivisa tra queste
organizzazioni sanitarie e umanitarie progressiste è incentrata
sull'esortazione allo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci, alla loro
produzione rapida su larga scala e sulla messa a disposizione di più persone
possibili nei diversi paesi, gratuitamente.
Siamo fortemente
convinti, come Humana People To People, che la cooperazione sia l’unica
risposta davvero efficace alla pandemia e questo prevede che i vaccini siano
prodotti e distribuiti condividendo brevetti e conoscenze, così che siano
facilmente e velocemente replicabili in modo sicuro.
Il diritto di poter
vivere in sicurezza deve essere garantito a tutti gli uomini e a tutte le
donne, anche perché finché tutti non saranno protetti dal virus, non lo sarà
nessuno. In questo momento storico il vaccino non è prezzabile perché da questo
dipende la vita di migliaia di persone. Riteniamo che sia quindi necessaria la collaborazione
tra stati, imprese e case farmaceutiche, non che questi si pestino i piedi per
concorrere alla creazione e distribuzione del vaccino per trarne profitto.
Nessuna azienda può produrre abbastanza vaccini per il mondo intero. Finché i
brevetti del vaccino sono tenuti sotto chiave, non ci saranno abbastanza dosi
per poter garantire a tutti una vita sicura. Abbiamo bisogno di un vaccino disponibile
per tutti, non di un vaccino che arricchisca chi è già ricco. Potenze
economiche emergenti come la l’India e il Sud Africa, insieme a 100 altri Paesi
stanno chiedendo che vi sia una moratoria transitoria per brevetti e i farmaci
(si fa riferimento alla legge della tutela alla proprietà intellettuale). In questo
modo vi sarebbe la possibilità di condividere brevetti e know-how, senza
compromettere i profitti delle aziende che verrebbero risarcite del danno alla
proprietà intellettuale.
Affermiamo quindi
l’imprescindibilità del dover mettere in atto politiche sul piano normativo che
possano far sì che vi sia una reale collaborazione, un serio scambio di
informazioni che permetta a tutti gli stati di produrre vaccini in modo da
poter garantire l’uscita dalla pandemia. Humana People to People sostiene la
People’s Vaccine Alliance nel chiedere ai governi dei primi Paesi del mondo e
alle grandi aziende farmaceutiche che detengono le dinamiche di potere di
garantire che i vaccini anti-COVID-19 siano forniti gratuitamente a tutti.
Entra in azione e firma la petizione per l'Europa!
[1] Dalla
presentazione del Seminario “ Vaccini anti-COVID19: bene comune o proprietà
privata?” tenuto dall’Università di Trento in collaborazione con l’Associazione Italiana per la promozione
della scienza aperta, https://www.robertocaso.it/2021/03/09/vaccini-anti-covid19-bene-comune-o-proprieta-privata/
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