Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

Donne che fanno la differenza

Lindiwe Alice Mathebula nasce a Bethal (Sud Africa) nel 1990. Cresce grazie ai sacrifici della mamma che accetta qualsiasi lavoretto per riuscire a sfamare la sua bimba, Lindiwe impara così che le donne hanno una spina dorsale di ferro e un cuore d’oro. Dopo essere riuscita a terminare le scuole dell’obbligo nel 2008 capisce subito che l’ostacolo che spesso, giovani ragazze come lei, devono affrontare è l’insufficienza di risorse  economiche che le porta a dover interrompere gli studi.

“Sapevo che non potevo frequentare l’università perché non avevo i soldi necessari e quindi ho potuto solamente scegliere di iscrivermi ad una scuola superiore con indirizzo informatico. Nel 2010 sono rimasta incinta e nel dicembre dello stesso anno ho dato alla luce una bellissima bambina. L’anno seguente però la mia adorata mamma è deceduta e quello è stato senza ombra di dubbio l’anno peggiore della mia vita”.

Nel 2014 Lindiwe vede un poster appeso ad un muro, HUMANA Sud Africa sta cercando Operatori di Campo per un progetto chiamato TCE (Controllo Totale dell’Epidemia), un progetto che combatte l’HIV/AIDS e che impiega questo personale per attività comunitarie tra le quali il Servizio Di Testing a domicilio.
“Volevo avere l’opportunità di giocare un ruolo importante e di dare il mio contributo nella lotta contro l’HIV, che so essere un grave problema nella mia comunità. E così sono diventata Operatrice di Campo nel 2015 e ho iniziato un corso di formazione per poter eseguire i test di controllo alla persone interessate ed ho ottenuto il necessario certificato.

Ho lavorato eseguendo test a domicilio nell’area di Bethal, è stata una grande opportunità nella mia vita, spesso mi sono sentita chiamare Dottoressa e le persone che incontro hanno una grande fiducia in me, molti si confidano raccontandomi le loro vite, i loro segreti. Ho inoltre imparato tante cose sul virus dell’HIV e molte delle persone che ho incontrato sono grate che sono andata la prima volta a casa loro, che non ho mollato malgrado alcune di loro siano state molto fredde con me. Proprio grazie a questa mia testardaggine oggi conoscono la loro situazione di salute e hanno nozioni esatte e conoscenza su questo terribile virus. Le persone che ho scoperto essere sieropositive le seguo con amore, mi assicuro che possano accedere ai trattamenti retro virali, che vivano una vita migliore e che non siano ghettizzati.
Vedo me stessa come un modello da seguire per tutte le giovani donne che incontro, voglio dimostrare loro che non ha importanza chi sei e da dove vieni, tutte possiamo fare la differenza. Il messaggio che voglio dare loro è che la prima ragione che ti fa mollare è perché siamo troppo spesso concentrate a guardare la distanza che manca al raggiungimento dei nostri obiettivi piuttosto che invece concentrarci a guardare quanto già abbiamo fatto.

L'incredibile storia di Lindiwe continua nel progetto del TCE! Aiutaci a sostenerlo :)

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