Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

Cosa fare da grande?




La storia di Tarannum Parveen è tra quelle che più mi ha colpito della mia visita in India. Durante il nostro incontro ha sempre un bellissimo sorriso pieno di serenità e di soddisfazione per il lavoro che svolge. Parveen è infatti, una giovane insegnante di una delle Academy for Working Children di Jaipur.

Sì è corretto, una scuola per bambini lavoratori. Bambini e ragazzi che hanno dai 5 ai 15 anni, ed ogni mattina si svegliano prestissimo per girare i sobborghi di Jaipur a raccogliere bottiglie di plastica e altri rifiuti riciclabili, da cui guadagnare qualche rupia per contribuire al bilancio familiare. Le Academy di HUMANA India accolgono questi bambini e gli offrono un'istruzione completa. Oggi Parveen è la loro insegnante, ma fino a pochi anni fa era una di queste bambine, si svegliava presto, andava a lavorare e poi poteva andare a scuola.

Mi racconta che è stata fortunata, pur essendo nata in una delle numerose baraccopoli che circondano Jaipur, suo padre ha insistito affinché studiasse. La sua famiglia di origine musulmana si era spostata in città a cercare fortuna e il padre di Parveen lavorava come sarto, svolgendo piccoli lavori su commissione all'interno della baraccopoli. Fino a quando gli insegnanti di HUMANA non hanno visitato la loro baracca e convinto la famiglia a permettere a Parveen di seguire i corsi dell'Academy. Parveen aveva 8 anni quando è entrata a scuola per la prima volta, sapeva leggere e scrivere proprio perché suo padre era un uomo illuminato e le aveva insegnato lui stesso - un'apertura che non è però la norma in molte famiglie -. Ha seguito i corsi dell'Academy prima e di una scuola superiore poi per i successivi 10 anni, riuscendo a raggiungere quello che qui in Italia è paragonabile ad un diploma magistrale.

 Quando è stato il momento di scegliere "cosa fare da grande", Parveen ha solo 21 anni, non ha avuto dubbi, è tornata lì dove tutto è iniziato. E' tornata all'Academy for Working Children, ad insegnare a bambini come lo è stata lei, fianco a fianco ai suoi ex-professori. Oggi sono tutti orgogliosi di quella bambina che arrivando dalla baraccopoli è diventata una giovane insegnante, in lei vedono ripagati gli sforzi di ogni giorno. Parveen con la sua storia è l'esempio migliore che tutti i bambini che frequentano l'Academy possono avere, attraverso lo studio potranno raggiungere il proprio futuro.

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