Il jeans, ancora una volta, icona del cambiamento

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  Il jeans ha un fascino intramontabile, tuttavia non bisogna dimenticare che genera un impatto ambientale importante. Per ridurlo, si fanno strada diversi progetti sui fronti del design e del riciclo. di Redazione Nel mondo occidentale, il jeans è sicuramente il materiale più iconico nel settore tessile e nella moda in generale. Il più versatile e anche il più controverso, quando si parla delle sue origini. Il primo tessuto “blue jeans” pare sia stato realizzato in una fabbrica manifatturiera di Nîmes, in Francia : da qui si pensa derivi la parola denim, ma c’è ancora molto dibattito in materia. Ci sono, infatti, testimonianze ben più antiche, come alcune statuine di presepe tardo settecentesche conservate al Museo Civico Luxoro di Genova, che sembrano documentare come il jeans fosse comunemente utilizzato per confezionare gli abiti da lavoro e da festa già all’epoca. Addirittura, i pantaloni indossati da Giuseppe Garibaldi quando partì nel 1860 alla volta di Marsala erano di fustagn

Ricette dal mondo #1

In Mozambico, l’influsso della colonizzazione portoghese si fa ancora sentire nella cucina della capitale. Così, il piatto che si chiama Matata è realizzato con molluschi (cozze, vongole) cotti nel vino di Porto, insieme ad arachidi finemente tritate ed a teneri germogli di frutti.

La manioca, il mais, la zucca (anche le foglie, sia della manioca che della zucca), i fagioli, la salsa d’arachide, la noce di cajú (anacardo), la noce di cocco e il suo olio, sono ingredienti tipici della cucina contadina mozambicana. La cucina mozambicana fa ampio uso di crostacei (aragoste, astici, gamberi), che sono considerati tra i migliori del mondo. Il Mozambico è anche il maggior produttore ed esportatore, verso l’Oriente, di Trepang (mollusco seccato, in particolare i saporitissimi “cetrioli di mare”). Si produce molto riso, nelle valli dello Zambesi e del Limpopo, ma soprattutto il Mozambico è rinomato come uno dei grandi esportatori di tè verde. 
 
Fra le specialità gastronomiche della capitale Maputo, città ove è facile mangiare cucina indiana, cinese e persino israeliana, si distinguono i piatti di specialità marinare. L’influsso indiano si può riconoscere nei diversi modi di cucinare il caril (curry) e nelle composte di mango e d’altri frutti, preparate per condire i piatti di carne. Delicatissimo, in un equilibrio indovinato di gusti dolci e piccanti, è il caril de coco (curry con latte di cocco).

Caril è il nome locale del curry, che rende piccante anche il Manga Achar, una speciale composta di mango, usata come accompagnamento. Altri piattini d’accompagnamento contengono arachidi tritate, cocco, cetriolo, banana, ecc. Si tratta in generale, lungo la costa d’una cucina con forti influenze indiane, e questi  accompagnamenti sono gli indiani Sambals.
Un piatto dell’interno del paese è invece il Pollo alla maniera Cafra, churrasco (grigliata) di pollo con piri–piri (peperoncino piccante), abbrustolito sulle braci di carbone. Ne risulta un piatto di un gusto piccante estremo, bruciante per i palati occidentali.


Ma come si prepara il Piri–Piri?


Combinate 4 cucchiai da tavola di succo di limone 4 cucchiai da tavola d’olio d’oliva 4 cucchiai da tavola di peperoncino rosso forte 1 cucchiaio da tavola di sale 1 cucchiaino da tè di polvere d’aglio Ponete la mistura in una coppetta Servite con un cucchiaio, da usate con giudizio.




Buon appetito!

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